Nelle scorse due news abbiamo analizzato i due aspetti principali legati all’universo delle valanghe: come si formano e quali pericoli generano. In questo approfondimento andremo a scoprire in che modo comprensori ed enti pubblici si organizzano per evitare la formazione degli accumuli valanghivi e far fronte al rischio valanghe. Cominciamo!
Le attività di controllo delle valanghe riducono il pericolo che le valanghe rappresentano per la vita, l’attività e la proprietà umana. Il controllo delle valanghe inizia con una valutazione del rischio condotta mediante il rilevamento del potenziale terreno valanghivo identificando le caratteristiche geografiche come i modelli di vegetazione, i drenaggi e la distribuzione stagionale della neve che sono indicativi di valanghe. Una volta identificati i terreni potenzialmente instabili, il pericolo viene valutato analizzando le attività umane minacciate, principalmente strade, piste da sci ed edifici.
I programmi di controllo affrontano il pericolo valanghe formulando piani di prevenzione e mitigazione, che vengono poi eseguiti durante la stagione invernale.
Le attività di prevenzione iniziano con lo studio del manto nevoso per prevedere il rischio di valanghe. Il rischio previsto determina quindi gli interventi necessari per ridurre i pericoli. Lo studio del manto nevoso analizza la stratificazione e la distribuzione della neve per stimare le instabilità dello stesso ed il conseguente rischio che si verifichi una valanga. I piani di prevenzione che seguono questi studi prevedono tre gruppi principali di intervento: attivo, passivo e sociale.
Interventi attivi
Le tecniche attive (tra cui il distacco artificiale degli accumuli) riducono il rischio valanghe favorendo la stabilizzazione e l’assestamento del manto nevoso in tre modi: disgregando gli strati deboli, aumentando l’uniformità e diminuendo la quantità di neve; ciò può essere ottenuto innescando valanghe più piccole e meno pericolose, oppure influenzando direttamente la struttura della stratificazione del manto nevoso. Il controllo attivo delle valanghe può essere classificato in metodi meccanici e metodi esplosivi. I metodi meccanici sono tipicamente utilizzati in terreni lontani dalle attività umane, più piccoli o semplicemente meno pericolosi; mentre i metodi esplosivi sono usati in terreni ampi e ad alto rischio o terreni con usi industriali, commerciali, ricreativi, urbanizzati e di trasporto.
Interventi permanenti
Le tecniche permanenti rallentano, arrestano, deviano o impediscono il movimento della neve; completamente o in misura tale da ridurre significativamente la sua forza distruttiva. Le tecniche permanenti implicano la costruzione delle seguenti strutture:
- Strutture di ritenzione della neve (portaneve, ponti antivalanga, reti da neve), utilizzate nella parte superiore di probabili percorsi valanghivi;
- Paravalanghe: reti metalliche in acciaio ad alta resistenza alla trazione, che si estende attraverso il pendio e raggiunge la superficie della neve. L’effetto portante creato dalla superficie di contenimento impedisce il possibile strisciamento all’interno del manto nevoso e lo scorrimento del manto nevoso sulla superficie del terreno. In questo modo viene impedito lo sfondamento delle valanghe nella zona di partenza;
- Dispositivi paraneve;
- Strutture di ridistribuzione della neve;
- Strutture di deflessione della neve utilizzate per deviare e confinare la neve in movimento all’interno del tracciato delle valanghe;
- Strutture di rallentamento della neve, per lo più utilizzate in piccole parti del tracciato della valanga, per favorire il rallentamento naturale;
- Strutture di raccolta della neve;
- Protezione diretta di oggetti e strutture importanti;
- Razionalizzazione architettonica e edifici a forma di cuneo, come quelli che si trovano negli storici villaggi di alta montagna delle Alpi;
- Rimboschimento, fino al limite della vegetazione arborea (le foreste svolgono infatti tutte le funzioni delle difese artificiali contro le valanghe: ritenzione, ridistribuzione, rallentamento e raccolta).
Interventi sociali
Per mitigare il pericolo di valanghe, gli interventi sociali riducono l’incidenza e la prevalenza del coinvolgimento umano modificando il comportamento delle persone. Le istituzioni preposte al controllo delle valanghe raggiungono questo obiettivo attraverso programmi di sensibilizzazione per le comunità che frequentano le aree a rischio. Gli studi sull’argomento evidenziano come la maggior parte delle slavine che coinvolgono esseri umani sono causate dal comportamento degli stessi, spesso non consapevoli dei rischi che corrono. Per far fronte a questo annoso problema, i programmi di sensibilizzazione e formazione forniscono istruzioni per evitare il coinvolgimento umano attraverso il riconoscimento dei terreni a rischio.
Gli organismi di controllo e gli enti di pubblica sicurezza sono soliti diffondere pubblicamente previsioni, bollettini, avvisi e rapporti sull’attività delle valanghe, al fine di assistere le comunità coinvolte nelle aree a rischio.
Dopo aver visto come si formano le valanghe, che pericoli comporta il distacco naturale delle stesse e come si previene la formazione di accumuli valanghivi, nella prossima news faremo un piccolo salto nella storia, alla scoperta delle valanghe più disastrose della storia!
Alla prossima!
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